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19. UNA TRAV IN REGALO
di Janus
26.05.2023 |
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"Due scopi mi spingevano in tale direzione: uno, volevo finalmente far sì che il brizzolato riuscisse a godere nel vero senso della parola grazie a me; due, ..."
Dopo il primo tentativo mal riuscito ero rimasta molto delusa dal non essere riuscita a far godere, come avrei desiderato, il nuovo amico che mi ero fatto. In più, il senso di fastidio che avevo provato nel retto ogni volta che il brizzolato affondava il suo lungo cazzo dentro di me mi aveva anche spiacevolmente sorpresa, perché non mi era mai successo prima: avevo preso oggetti e dildi anche più grossi del suo uccello senza problemi, per cui quel fastidio sembrava proprio derivante dalla forma del suo cazzo un po’ curvo a sinistra. Comunque sia, non volli darmi per vinta e andai a trovare il brizzolato un altro paio di volte… ma, purtroppo, con lo stesso deludente risultato!! Anche quei successivi incontri si conclusero con lunghi e golosi pompini, che peraltro non mi dispiacevano affatto, senza però che l’amico riuscisse a venire. Più o meno nello stesso periodo, non ricordo come, entrai in contatto telefonico con un travestito che abitava in una località ad una decina di chilometri dalla mia; entrammo in confidenza e, tra una chiacchiera e l’altra, mi venne pian piano voglia di una esperienza nuova combinando un incontro a tre, ossia il travestito, il brizzolato ed io stessa. Due scopi mi spingevano in tale direzione: uno, volevo finalmente far sì che il brizzolato riuscisse a godere nel vero senso della parola grazie a me; due, dato che il travestito mi aveva ampiamente declamato le sue capacità di truccarsi e di trasformarsi in “donna con il pisello”, ero curiosa di vederlo all’opera… anche per imparare qualcosa, certo!! Così proposi al travestito di prestarsi quale “regalo” al mio amico brizzolato e lui, evidentemente troietta al punto giusto, accettò con entusiasmo; mi misi quindi in contatto con il brizzolato annunciandogli che gli avrei portato in regalo “una ragazzina particolare”, e lui, capito il gioco, ne fu a sua volta ben felice. Nel giro di qualche giorno trovammo tutti e tre il momento buono, e diedi appuntamento al travesta all’indirizzo del brizzolato. Io arrivai con un certo anticipo, sia per far preparare il brizzolato all’incontro sia perché, non avendo mai visto il terzo partecipante al gioco, volevo dargli un’occhiata preliminare a scanso di equivoci… non si sa mai con gli sconosciuti! Al brizzolato proposi di attendere in camera da letto, già nudo, che gli portassi “la ragazzina” dopo averla fatta preparare in una cameretta vicina; lui accettò di buon grado ed attese che il travesta arrivasse alla porta per prendere posizione. “La ragazzina” arrivò un po’ in ritardo, disse per problemi di traffico; parcheggiò nei pressi dell’abitazione del brizzolato e scese dall’auto, con un borsone in mano. Era un ragazzo alto e snello, piuttosto abbronzato, in maglietta e bermuda; dopo qualche convenevole, gli feci strada in casa fino ad una cameretta con attiguo bagno, e lo lasciai solo perché potesse procedere col travestimento. Mentre il travesta si preparava, buttai l’occhio in camera da letto e sorrisi al brizzolato, che era comodamente stesso nudo sul lettone col cazzo svettante in mano. Dopo alcuni minuti “la ragazzina” mi sussurrò di essere pronta; mi affacciai alla porta della cameretta e… rimasi di stucco: niente male davvero la trasformazione!! Quello che era arrivato come maschietto aveva ora l’aspetto di una femmina vogliosa e porcellina, con indosso calze velate e reggicalze, mutandine ricamate, reggiseno, parrucca stile Valentina, scarpe con tacco a spillo e varia bigiotteria alle orecchie, al collo ed ai polsi; aveva anche messo delle unghie finte alle mani ed applicato al viso un accattivante trucco, con tanto di provocante rossetto alle labbra. Per qualche istante rimasi ad ammirare quella splendida creatura che, dentro di me, avrei voluto essere capace di imitare… poi proseguii col gioco prestabilito, mettendo mano agli accessori che avevo portato con me: prima ad una benda di quelle per viaggi aerei, che feci indossare alla “ragazzina”; poi ad un paio di manette, che applicai ai suoi polsi dietro la schiena; infine ad un guinzaglio che le misi al collo. A quel punto, mi tirai dietro lentamente la travesta (parlarne al femminile mi sembra ora più appropriato) con il guinzaglio verso la camera da letto, badando che non inciampasse o battesse da qualche parte. Passo dopo passo, la feci avvicinare al letto matrimoniale e, con semplici istruzioni verbali, la feci salire sopra prima con un ginocchio poi con l’altro tirandola leggermente con il guinzaglio verso il bacino del brizzolato, che si gustava la scena con gli occhi. Una volta inginocchiata, le feci abbassare la testa sul cazzo duro del mio amico fino a farglielo lambire con le labbra; in effetti la stavo quasi costringendo ad un numero di equilibrismo, avendo lei i polsi ammanettati dietro la schiena!! Nondimeno, appena sentita la cappella del brizzolato sulle labbra, la troietta travestita aprì avidamente la bocca e prese di colpo tutto in gola il lungo cazzo eretto: evidentemente era ben allenata! A quel punto “la ragazzina” si diede ad un magnifico pompino: leccò e succhiò a lungo il bel cazzone del brizzolato, indugiando più volte sulle palle, sull’asta e sulla lucida cappella, non trascurando naturalmente di spingersi quell’uccello tutto in gola sino alla radice (mi chiedo ancora come facesse, lungo come era!!). Dopo qualche minuto, il brizzolato mi suggerì di togliere alla travestita le manette, in modo che potesse usare anche le mani per muoversi più agevolmente; con le mani libere, la “femmina col pisello” andò ancor più su di giri e proseguì il pompino masturbando lentamente l’uccellone duro con le esili dita. Il cazzo del brizzolato sembrava quasi scoppiare, per quanto era gonfio e duro; allora lui fermò il pompino e si mise in ginocchio sul letto, facendo girare “la ragazzina” in modo da avere il suo tondo culetto davanti a sé. Compreso l’intento, passai al mio amico il flacone del lubrificante pronto sul comodino e lui, dopo aver scostato il cavallo delle mutandine dal solco di pesca della travestita, prima diede qualche colpo di lingua al suo sfintere poi, preso del gel sulle dita, procedette a lubrificare quel buchino, infilandoci dentro prima un dito, poi due, per dilatarlo e renderlo cedevole alla penetrazione. La travestita se ne stette accucciata a pecorina per tutta l’operazione, dimenando leggermente il culo e mugolando sommessamente per l’evidente piacere; aveva un culetto magnifico e, chiaramente, moriva dalla voglia di essere sodomizzata. Il brizzolato scese dal letto, si ripulì le dita dal gel, prese un profilattico e con pochi rapidi gesti se lo infilò sul cazzone svettante; poi si inginocchiò di nuovo dietro “la ragazzina” e le afferrò con una mano un gluteo, stringendoglielo per aprirle il buchino; con l’altra mano prese l’asta del suo uccellone e ne guidò la cappella sull’ano, ce la appoggiò ed iniziò a spingere, lentamente ma inesorabilmente. Il bel buco di culo della travestita cedette quasi subito e lasciò entrare senza opporre resistenza l’anaconda abbronzata che voleva rintanarsi dentro di lei; a quel punto era fatta: il brizzolato, estasiato, iniziò a montare sotto i miei occhi “la ragazzina” che gli avevo regalato, prima lentamente poi con foga crescente. La travestita prese quel grosso e lungo cazzo gemendo incessantemente di piacere, senza avvertire alcun fastidio (a differenza di me) per la leggera curvatura dello stesso. Il brizzolato andò avanti ad incularla a lungo, poi si sfilò da quello sfintere tutto slabbrato e si tolse il preservativo, probabilmente per ritardare l’eiaculazione, oppure per far riposare il culo della “ragazzina”. Lui la fece stendere sul letto e si mise accanto a lei al contrario, poi le prese in bocca l’uccello mezzo duro che le spuntava fuori dal perizoma, invitandola a fare lo stesso. Dopo qualche minuto di reciproco pompino, il brizzolato scese dal letto e fece mettere la travestita a pecorina sul bordo; le afferrò il culo e le calò le mutandine sino alle ginocchia, poi le sussurrò qualcosa all’orecchio e lei credo rispose con un “Sì sì…” a mezza voce… allora lui, evidentemente infoiato, le divaricò le chiappe con una mano e con l’altra le piantò di nuovo dentro il culo il suo palo di carne con un affondo secco, senza preservativo, riprendendo a stantuffarla forsennatamente tra i gemiti di piacere di lei. Per tutto il tempo, io preferii godermi lo spettacolo senza partecipare nonostante ripetuti inviti del brizzolato… non saprei dire perché: forse in quella situazione avevo semplicemente voglia di contemplare, rimanendo nel ruolo maschile. Mentre lui continuava senza sosta ad inculare a pelle la travesta, sentii dentro di me che forse ero di troppo, per cui adducendo qualche scusa salutai entrambi e me ne andai. Giorni dopo chiamai il brizzolato; lui mi ringraziò per il “regalo” che gli avevo fatto, aggiungendo di aver fatto amicizia con la travestita e di essere anche stato ospite a casa di lei, però in versione maschile, perché così lui preferiva… “Buon per loro” pensai: tanto io il brizzolato, purtroppo, non riuscivo a godermelo…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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